LA NOSTRA UNICITA'

17.01.2024
https://www.jungitalia.it/2017/02/03/unicita-individualita-talento-esprimere-psicologia/
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RIFLESSIONE DEL GIORNO


Con ogni uomo viene al mondo qualcosa di nuovo che non è mai esistito, qualcosa di primo e unico. (Martin Buber)


Fin da giovanissimi ci celiamo dietro una maschera per timore che ciò che appare all'esterno possa non piacere alla società.

Sempre più siamo abituati a ricevere messaggi fuorvianti in merito a ciò che dovremmo essere per piacere all'esterno, dall'estetica ai gesti di solidarietà.

Ma siamo sicuri di poter appagare il nostro essere, se il nostro agire e porci al mondo è solo pura apparenza?

Siamo certi di non perderci dietro a maschere preconfezionate di marionette che si muovono in "branco" come lupi, ma senza una propria personalità e con l'unica idea di apparire e raggiungere determinati obiettivi che ci vengono proposti dalla società? 

L'individuo adulto pensa il più delle volte che siano solo gli adolescenti ad avere crisi di personalità; tuttavia, quante volte nel nostro quotidiano e anche con consapevolezza indossiamo delle maschere ad esempio nel luogo di lavoro perché diversamente non potremmo svolgere serenamente e secondo mandato le nostre mansioni?

Ebbene, lasciar soffocare il nostro io interiore ogni giorno, per un motivo o per un altro, per il nostro partner o per il docente o per il datore di lavoro, per i genitori o per i nostri amici, significa annullare la nostra interiorità, ammutolirla non dando la possibilità al nostro incredibile estro creativo di presentare al mondo le nostre meravigliose opere d'arte ... noi stessi.

Ognuno di noi è un individuo unico nel suo genere, nessuno può e deve essere la riproduzione dell'altro. Ogni essere è meraviglioso nella sua unicità. Lo stesso regno animale e vegetale con le loro incredibili diversità e unicità ci mostrano come coesistere in un armonioso divenire di diversità, autenticità, leggerezza e bellezza.

Di seguito riporto un estratto dal testo di Chandra Livia Candiani "Questo immenso non sapere", edito da Einaudi, nel 2021, perché possa essere anche per voi di ispirazione come lo è stato per me.

"... Ce lo si dimentica, ma anche noi umani abbiamo un cuore, e perfino la capacità di silenzio: è vero. Gli animali sono educatori del cuore. Gli alberi del suo silenzio. Non si incontrano di frequente persone con il cuore vivo. Ci sono tantissime persone intelligenti e anche attente e perfino sensibili, ma il cuore vivo è una qualità piuttosto rara. Anche perché varia, un giorno lo è e il giorno dopo no, un giorno dorme e il giorno dopo è ottuso, un giorno canta e poche ore dopo piange. Però, quelli sono i climi del cuore. Il cuore è una dimora. Ma non ha muri, è sconfinato. Per questo è anche pericoloso, perché invece il corpo i confini li ha e vanno rispettati. Il cuore ha un'apertura e una chiusura flessibili, ha i cardini. Il cuore può essere addestrato come si fa con un cavallo, o coltivato come si fa con un orto.  

E' importante sapere da dove partiamo, riconoscere l'aridità del terreno o la focosità del cavallo, senza falsità né virtuosismi. Fare l'opposto di quello che sentiamo davvero: farei buoni, i virtuosi, è creare una persona artificiale che prima o poi mostrerà i denti o distribuirà bocconcini di veleno avvolti in carta argentata. Coltivare il cuore significa prima di tutto essere consapevoli di cosa sentiamo, essere onesti fino ad arrossire, a noi stessi possiamo dirlo. Ogni malvagità o meschinità accolta nella consapevolezza del cuore si trasforma in qualcosa di diverso. Scopriamo che dietro ci sono paura, un tremore antichi e negati, oppure che c'è pronto un silenzioso clown che ci indica quanto siano anche umoristiche la nostra cattiveria, gelosia, invidia, testardaggine, falsità. Mai forzare però: chi forza crea quella stucchevole sensazione di accoglienza di tutto che è solo dimostrativa e in realtà nasconde un'avidità di sottomettere tutti quanti alle proprie maestrie di prestigiatore del sorriso e dei bei gesti. Partire da dove si è e augurarsi il bene è opera di bonifica ..." (Chandra Livia Candiani "Questo immenso non sapere").  

Letizia Renzi

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